Di buon mattino riprendiamo Savanna per percorrere l’ultimo tratto sterrato ma in buone condizioni della C19 che arriva fino a Solitaire. Il paesino, una manciata di case, ci ricorda gli avamposti lungo la Route 66 in America, con una pompa di benzina, un caffè, un emporio che vende un po’ di tutto e alcuni relitti di automobili. Qui vi è la ‘Bakery McGregor’, famosa per la sua apple pie, ma noi optiamo per due giganti cinnamon rolls da portare via per il pranzo. Spediamo una cartolina (era da anni che non lo facevamo!) a noi stessi e la imbuchiamo nella cassetta della posta dell’emporio: sarebbe affascinante, una volta tornati a casa, ricevere un segno di questo viaggio nei prossimi mesi, immaginando quanta strada abbia fatto questo cartoncino… chissà se arriverà mai! Percorriamo quindi la C14 che si inerpica su due passi (Gaub e Kuiseb Pass) dalle formazioni rocciose particolari che vanno a formare alcuni canyon: la strada parte bene, con addirittura alcuni tratti asfaltati, per poi diventare ghiaiosa e gibbosa, facendoci saltare sui sedili ad ogni sussulto! Ridiscesi a valle, davanti a noi vi è una distesa di pietrisco in cui vi è semplicemente il nulla e anche l’orizzonte sembra infinito, solo delle montagne sbiadite lontane centinaia di chilometri. Dalla cartina mancano ancora una cinquantina di chilometri di segnalato sterrato, quando, improvvisamente e meravigliosamente, la strada diventa una liscissima lingua di asfalto che tutte le nostre articolazioni apprezzano ampiamente. Non c’è come percorrere chilometri e chilometri di strada sassosa per apprezzare la “morbidezza” dell’asfalto! Anche qui fa molto caldo e, come anche accaduto nei giorni scorsi, il cielo, benché senza nuvole e con un sole splendente, ha un colore indefinito che va dal grigio all’azzurrino stinto… dove sono i cieli limpidi e con le nuvolette pannose visti in tutte le fotografie della Namibia? Mah!
Durante la pianificazione di questo viaggio questa tappa risultava una delle più impegnative, anche a causa dei 300 km di sterrato (poi nella realtà 250) ma, per fortuna, tutto si è rivelato fattibile senza molta stanchezza né situazioni particolarmente impegnative! Giungiamo quindi a Walvis Bay, a cospetto dell’oceano! La particolarità ed estrema bellezza di questa zona sta nel fatto che, di fronte al mare vi sono altissime dune dorate di sabbia… uno spettacolo incantevole, dove anche le foto più belle non riescono a rendere l’idea di questa bellezza! Passiamo accanto alla famosa Dune 7, la duna di sabbia più alta della Namibia, per poi giungere all’Atlantique Villas di Swakopmund. La nostra stanza è spettacolare, ampia quanto un appartamento e con vista sull’oceano! Ci rendiamo subito conto che, a causa appunto della vicinanza del mare, le temperature qui sono assai diverse dall’interno e le massime si aggirano intorno ai 14°C. Per cena abbiamo prenotato da ‘The Tug’, locale raffinato che si affaccia sull’oceano; è una serata piuttosto fresca e il calore del ristorante, accompagnato da un’ottima bottiglia di vino locale, ci ritempra completamente dalle fatiche della giornata.
Itinerario: Little Sossus Lodge – Swakopmund (Km. 368)
Pernottamento: Atlantic Villa Boutique