Al risveglio, dopo una piacevole colazione al caffè davanti alla porta Pile, trascorriamo la mattinata scoprendo ancora parti della città vecchia di Dubrovnik e facendo acquisti per noi e per gli amici! Verso mezzogiorno facciamo un breve pranzo in una traversa dello Stradun per poi partire alla volta di Mostar. Risaliamo la costa croata per un breve tratto e ci imbattiamo in un fazzoletto di terra di qualche chilometro appartenente allo stato bosniaco con tanto di dogana in entrata e in uscita. Questa sarà una delle tante stranezze di questa terra di confine, eredità delle vicende di guerra degli anni ’90. Ci inoltriamo nell’entroterra fino a entrare definitivamente in Bosnia-Erzegovina: probabilmente le terre più vicine al confine croato sono per lo più abitate da croati in quanto campeggia spesso la loro bandiera nazionale e i nomi dei paesi, nella loro trascrizione cirillica, sono spesso cancellati con uno spray.
Il caldo si fa davvero soffocante e arriviamo a Mostar che Otti segna ben 38,5°C!! Appena scendiamo in strada rimaniamo storditi da tale calura. Per fortuna la nostra sistemazione è fresca e molto confortevole, ci concediamo una doccia e poi, alle 4 di pomeriggio, come dei pazzi, ci incamminiamo sotto il sole alla scoperta della città. La prima impressione che ne abbiamo è di un posto pressoché semideserto, piuttosto fatiscente e degradato. In alcuni palazzi sono ancora ben visibili le conseguenze dei colpi di mortaio sparati dai monti circostanti. L’atmosfera che si respira è ancora abbastanza di sofferenza e conflitto; questo ci mette addosso una sorta di angoscia che francamente non ci abbandonerà più. La parte al di fuori della città vecchia è alquanto malconcia e vi si nota povertà. Visitiamo la più grande moschea in terra bosniaca e constatiamo che le tombe del cimitero adiacente riportano tristemente più o meno tutte la data dell’anno 1993 (quando vi fu l’attacco croato alla città): trattandosi di tombe di musulmani tutte recano scritte in arabo e ciò sorprende molto in quanto non pensiamo sia lingua conosciuta dai locali. Arriviamo poi alla città vecchia e qui cambia totalmente il clima: intanto vi sono frotte di turisti italiani (probabilmente giunti qui da Medugorije) che impazzano alla loro maniera; inoltre vi sono moltissimi negozi di souvenir tipici dei posti turistici più frequentati. La città vecchia, patrimonio dell’UNESCO, si snoda a lato del fiume su una riva e sull’altra, collegata dal famoso ponte. Abbiamo l’opportunità di vedere un filmato che illustra quel che la guerra ha causato a questa città ed è angosciante vedere in slow-motion il momento preciso in cui il ponte viene abbattuto. Le strade sono lastricate di ciottoli scivolosi che la Musla affronta con grosse problematiche oltre che con gran mal di piedi e principi di svenimento a causa del caldo davvero insopportabile. Il Muslo invece procede senza accusare alcunché, semplicemente tediando la Musla ogni due per tre per comprare bottigliette d’acqua!
Arriviamo all’ora del tramonto che siamo completamente cotti e distrutti. Ci ricoveriamo in un ristorante dove, non particolarmente affamati, ordiniamo derrate alimentari per un reggimento. La Musla non finisce il suo risotto ai funghi e prezzemolo e lo stesso, incredibilmente, fa il Muslo con il suo sontuoso piatto di carne mista alla brace e contorni vari. Che peccato non essere in forma!
Itinerario: Dubrovnik – Mostar (Bosnia) (Km. 143)
Pernottamento: Hotel Villa Park (molto confortevole con alto rapporto qualità-prezzo)