Oggi ci avventuriamo per i Trodos, la zona montuosa a nord di Limassol, famosi per i numerosi monasteri bizantini e le chiese riccamente affrescate, tra i quali nove siti sono stati inseriti nell’elenco dei Patrimoni dell’umanità dell’UNESCO. Cipro ha una geografia talmente varia che, pur essendo un’isola dal clima mite, ha una cima che sfiora i 2.000 metri di altitudine dove, nei mesi invernali, addirittura sono attivi impianti sciistici! Per fortuna ora non c’è neve ma fa sicuramente più fresco che sul mare: i colori, classici dell’autunno, donano alla zona sfumature incredibili anche grazie alla luce particolare del sole basso all’orizzonte.
Visitiamo la Chiesa di Agios Nikolaos tis Stegis (San Nicola del Tetto) a Kakopetria, nota per i suoi dipinti murali: le colorate chiese ortodosse, già viste in Grecia e Russia, hanno sempre un fascino caratteristico! Passiamo poi alla Chiesa di Panagia Podithou (Vergine Maria) a Galata: purtroppo è chiusa e il Pope irreperibile; l’esterno è comunque particolare, con il suo tetto a spiovente che stride un po’ con gli alberi tutt’intorno carichi di olive giganti! Giungiamo quindi nei pressi del villaggio di Nikitari dove vi è la Chiesa di Panagia tis Asinou: è in mezzo al nulla ma decisamente animata in quanto vi sono alcuni di lavori di ristrutturazione. Il Pope è relativamente giovane e dall’aspetto godereccio (nonostante l’immancabile barba lunga e lo sguardo un po’ burbero) e non esita a scambiare due parole con noi e a dimostrare ancora una volta, ce ne fosse bisogno, la continua sofferenza nel vedere parte della propria terra occupata illegalmente. Più si è vicino alla linea verde (l’area demilitarizzata istituita dall’ONU nel 1974 lungo la linea del cessate il fuoco che si stabilì dopo l’intervento militare nell’isola da parte dell’esercito turco), più questo sentimento si fa tangibile.
Riscendiamo quindi verso il mare e attraversiamo il confine nei pressi della capitale Nicosia: di fronte a noi su una montagna, visibile a chilometri e chilometri di distanza, troneggia una bandiera turco-cipriota di dimensioni colossali costruita dall’esercito turco subito dopo l’invasione. E’ uno spettacolo un po’ inquietante e ci fa capire quanto ancora la situazione non sia risolta. Una volta varcato il confine il cambiamento è immediato; più che povertà, si nota arretratezza: sembra che tutto sia fermo da decenni. Meravigliosi edifici bizantini che cadono a pezzi, ante delle finestre rotte, pareti crepate, strade poco manutenute. Costeggiando una base militare (dalla strada si nota chiaramente che dei militari dell’esercito turco-cipriota stanno sparando nel poligono di tiro, all’aria aperta e senza particolari accorgimenti) saliamo al panoramicissimo castello medievale di Sant’Ilario: è un labirinto di stanze talmente suggestivo da aver ispirato – si dice – Walt Disney nel disegno del celebre castello di Biancaneve ma soprattutto offre una vista incomparabile sulla costa settentrionale dell’isola.
Dopo un caffè veloce al sole di Kyrenia, tipica cittadina di mare costruita intorno a un porto scenografico facciamo ritorno a Nicosia, questa volta per visitarla. Saliamo subito sulla Shacolas Tower Museum & Observatory che, oltre a fornire una panoramica storica sulle vicende della città, regala viste a 360 gradi su entrambe le parti della capitale dell’isola: da una parte la moschea, dall’altra i moderni palazzi dell’area greco-cipriota. A dividere le due zone, la terra di nessuno (o zona cuscinetto), una sottile fascia di terra abbonata in cui la vegetazione cresce selvaggia, delimitata da cancelli o barili accatastati. Il principale check-point della città si trova in Ledra St., maggior arteria pedonale dello shopping: attraversato il confine, in pochi metri ci si trova in una dimensione completamente diversa. Pare di essere in un suk in cui molti negozi, senza alcun problema, espongono merce di marchi famosi visibilmente contraffatta… non mancano alcuni scorci suggestivi (su tutti, la moschea e le vie intorno alla stessa) ma è tutto decadente e poco curato. Ritorniamo sui nostri passi, rientriamo nella zona greca e andiamo a cenare al ‘Syrian Arab Friendship Club’, nella parte nuova della città: locale grande e particolare dall’aspetto mediorientale, in cui abbiamo un ulteriore assaggio in chiave araba e in versione vegetariana (e per fortuna in quantità ridotta) delle famose meze; anche qui tutto buonissimo e a prezzi modici. Torniamo in hotel stanchi ma felici di aver visto tanti posti così diversi e in contrasto tra loro.
Certo l’atmosfera che si respira a Nicosia e nei territori di confine è quella di un conflitto non sopito, ancora vivo e in atto, nonostante non vi siano più episodi di violenza: mentre passeggiavamo in città le sensazioni provate ci hanno riportato a Derry, in Irlanda del Nord, con cattolici e protestanti a fronteggiarsi con bandiere e recinzioni, anche lì con la netta percezione che le ‘questioni’ sono ancora aperte…
Itinerario: Limassol – Kakopetria – Galata – Nikitari – Castello di Sant’Ilario – Kyrenia – Nicosia – Limassol (Km. 257)