La colazione del Ramada è una sorta di banchetto che oltre a offrire numerosi piatti salati prevede una quantità inimmaginabile di dolci e brioches… ci rammarichiamo che domani mattina – visto che ci sveglieremo alle 4! – non ne potremo goderne! Ritemprati dal cibo, iniziamo a macinare chilometri lungo i vialoni in stile sovietico che caratterizzano Tashkent fino ad arrivare al Complesso del Mausoleo di Sheikhantaur, che comprende tre mausolei del quindicesimo secolo; ritroviamo l’atmosfera e la pace dei monumenti islamici visti nelle altre città. Il cielo è sempre terso di un azzurro intenso ma qui fa sicuramente più fresco che nelle zone desertiche dell’ovest. Ci viene poi a prendere il nostro autista Sabdullah che ci conduce al Khast Imom, il centro religioso ufficiale della repubblica uzbeka, a due chilometri a nord dal centro città. Va detto che il concetto di ‘centro’ non è molto chiaro; infatti, nel corso della giornata, non riusciremo mai a individuarlo perché fondamentalmente non esiste! Il Khast Imom comprende un’immensa e bellissima moschea fatta costruire di recente dal compianto presidente-padrone Karimov (morto l’anno scorso), con di fronte alcune madrase e centri religiosi: è una sorta di Vaticano uzbeko!
Subito dopo visitiamo quella che per noi rimarrà la chicca di Tashkent: il Bazar Chorsu, il mercato coperto dei contadini più famoso di Tashkent, sormontato da un’immensa cupola verde; tutto intorno bazar all’aperto con una miriade di persone che affollano ogni angolo di questo sito. E’ un incantevole quadro di vita urbana. Qui si può trovare tutto ciò che si ritiene commestibile: grandi quantità di spezie disposte in mucchi dai colori brillanti, enormi sacchi di grano, interi capannoni dedicati ai dolciumi, ai prodotti caseari e al pane, pezzi di carne appena macellata esposta all’aria, tessuti, volatili, utensili e cestini, insomma di tutto! Alcune cose ci stupiscono per i loro colori e la loro bellezza (su tutti il padiglione delle ciambelle di pane che vengono cotte all’interno dei forni tradizionali di fronte ai nostri occhi), altre per il loro essere davvero lontani dal nostro concetto di igiene, ordine e pulizia. Ci rimane impressa la scena di alcune signore che continuano a manipolare a mani nude un ben non precisato cibo cotto, simile a spaghetti e cannelloni al pomodoro, in vendita sui loro banchetti. Noi, prudenzialmente, acquistiamo solo frutta secca! Nonostante sia domenica, l’impressione che si trae è quella di trovarsi in mezzo ad una moltitudine incredibile di persone, quasi che tutta la città sia qui riunita!
Non ci sono vie commerciali di negozi e passiamo l’ultimo scampolo di questa giornata al Toshkent Univermagi, una sorta di grande magazzino (sovieticamente malinconico) in cui facciamo qualche acquisto di souvenir. Torniamo in hotel sconvolti dalla stanchezza (a ripensarci potevamo tenere in servizio Sabdullah fino a sera!) e ci godiamo un po’ di relax nella bella piscina coperta del Ramada. Consumiamo la nostra ultima cena in terra uzbeka in un ristorante vicino all’hotel dal nome italiano ‘Salvia’, di cui leggiamo qualche recensione in lingua russa e uzbeka: pare sia un posto frequentato da vip e personaggi del jet set della città, ma noi siamo disposti a correre il rischio di spendere un po’ pur di non dover fare tantissima strada a piedi; ad ogni modo il ristorante si trova a un chilometro dall’hotel. Nonostante le premesse non siano buone (menù solo in russo o uzbeko, nessuno che parla inglese), il posto si rivela essere il top della vacanza, solo secondo al ‘Platan’ di Samarcanda. Sorseggiando thé e Pepsi (qui, ahinoi, non è previso alcol!) mangiamo gustosissimi piatti di pasta (spaghetti con ragout di carne e penne con verdure, piatti ben cotti e saporiti) e due dolci enormi, spendendo nemmeno novantamila som (poco meno di 15 euro). Durante il giorno abbiamo visto decine e decine di taxi in giro ma ora, che noi siamo stremati e ne vorremmo prendere uno, ovviamente non ve n’è nemmeno l’ombra! Domani ci aspetta l’alzataccia alle 4 di mattino perché alle 7 ci aspetta l’aereo per Mosca e a seguire, dopo due ore di scalo… Malpensa!
E’ quindi venuto il momento di lasciare l’Uzbekistan che tante emozioni ci ha regalato! Ci ha permesso di scoprire i meravigliosi palazzi di Samarcanda, il fascino medievale di Bukhara, la città-museo di Khiva, l’incanto dei castelli nel deserto senza tempo e ci ha fatto viaggiare lungo quella Via della Seta di cui avevamo letto nei libri di Marco Polo e sentito nelle narrazioni mediorientali, studiato su di un atlante ingiallito seguendo la linea immaginaria con un dito, attraverso città dai nomi esotici e deserti narrati nei libri di avventure. Finalmente si è avverato il sogno, la Via della Seta, calpestata con i nostri piedi, dopo averne annusato l’odore, mangiato i cibi locali, parlato con i discendenti di Tamerlano e di Gengis Khan… insomma, un altro sogno di viaggio si è realizzato e per sempre rimarrà accanto a noi il suono del vento, il sapore del sale e della sabbia del deserto e la vivacità di questo popolo, povero ma dignitoso, ricco di un passato tra i più nobili della storia. Salom!
Itinerario: Tashkent
Pernottamento: Ramada Tashkent