Dopo una buona colazione in hotel, alle 8 partiamo verso Sud-Ovest alternando tratti di Route 66 e altri di Interstate I-44. A differenza degli altri giorni, il tempo è nuvoloso ma molto variabile: ogni tanto piove per poi lasciare spazio a squarci di sole e di azzurro. In ogni caso, anche se i termometri segnano + 28°, il caldo è davvero pesante a causa dell’umidità. Il Missouri mostra un paesaggio totalmente differente da quello incontrato nell’Illinois: non si hanno più distese sconfinate di mais, ma prati e boschi che si alternano in un paesaggio collinare. La prima meta rilevante è in un paesino dal nome Cuba: qui molte delle case hanno dei murales che rappresentano vari momenti della storia locale, dalla Guerra Civile alla Route 66. Anche qui, come in Illinois, i paesini sono formati da casette basse in legno sparpagliate su ampi prati non recintati: ciascuna ha la propria bandiera americana e le classiche sedie a dondolo sotto il portico… queste sono le cose che abbiamo sempre visto nei film americani e che ora diventano realtà!
Inoltre, si susseguono chiese battiste, evangeliche e di altre innumerevoli correnti religiose che radunano in massa gli abitanti dei paesi; infatti in giro non vi è anima viva. Arriviamo a Rolla che, invece, presenta una struttura di media cittadina con numerosi capannoni industriali, i soliti Mc Donald’s, Pizza Hut, Wendy, Subway etc. e testimonianze della Route soprattutto raccolte nei due empori (Mule Trading Post e Totem Trading Post) che ovviamente visitiamo e nei quali facciamo acquisti! Alla notizia che siamo Italiani, tutti si illuminano e dimostrano simpatia e cordialità, raccontando aneddoti di viaggi e presunti parenti di origine italiane. Giungiamo poi a Lebanon, sulla quale abbiamo molte aspettative per un pranzo decente, considerando che si tratta di un paese con qualche migliaia di abitanti; veniamo puntualmente smentiti tanto è vero che siamo costretti a mangiare alcune porcate locali da ‘Wendy’, dove ovviamente l’escursione termica con l’esterno si attesta ai 15°C di differenza… da farsi venire una congestione immediata! Sole a acquazzoni (come direbbero in Irlanda, ‘showers’) ci accompagnano nel pomeriggio lungo la Route. Dopo una breve lezione teorico-pratica in un parcheggio di una chiesa metodista, ecco che finalmente la Musla familiarizza con Vanessa, cavandosela egregiamente sul bellissimo percorso della Route lungo la statale 96, tutta dritta e saliscendi: ci sembra di essere sull’ottovolante!
Dopo una breve sosta ad Avilla con il suo storico ‘Post Office’ (1915: qui l’aggettivo storico è conferito a tutto ciò che risale da inizio secolo fino agli anni Sessanta!), arriviamo a Red Oak II. Si tratta di un posto dove la realtà si fonde con la fantasia: un artista locale ha pensato di ricostruire il suo paese natale salvandolo dalla scomparsa. In pratica ha acquistato case e botteghe spostandole faticosamente nel nuovo sito di sua proprietà e riportandole al loro originale splendore. E’ come fare un salto nel passato!
Incredibilmente arriviamo alla destinazione finale, cioè Carthage, in anticipo sulla tabella di marcia: ne approfittiamo quindi per visitarla e scoprirne il passato glorioso; passeggiamo tra viali alberati con case che mostrano l’antica ricchezza del paese. Stasera, cena messicana anche perché non vi sono alternative se non un ristorante cinese e l’onnipresente Pizza Hut. Rientriamo nel Motel che ci ricorda tanto quelli visti nei film americani, con la sistemazione a pianterreno e Vanessa parcheggiata a un metro dall’ingresso. Il posto è un po’ rustico, ma molto caratteristico e con una camera dalle dimensioni enormi (come, del resto, tutto qui… dalle bibite che tu chiedi ‘small’ e che poi ti portano giganti ai suv che popolano le strade a cinque corsie).
Itinerario: St. Louis (MO) – Conway (MO) – Springfield (MO) – Carthage (MO) (Km. 448)
Pernottamento: Carthage Inn (un po’ rustico, ma molto caratteristico)