Tirolo
Racconto
Periodo: 25-29 agosto 2020
Itinerario: Azzio – Lazise – Brunico – Lienz (AT) – Zel am See (AT) – Kitzbuhel (AT) – Rattemberg (AT) – Hall in Tirol (AT) – Innsbruck (AT) – Tarrenz (AT) – Curon – Davos (CH) – San Bernardino (CH) – Azzio (Km. 1.180)
Dopo qualche giorno trascorso in Toscana a fine luglio, è il primo viaggetto che ci concediamo in questo surreale periodo di Covid, destinazione Tirolo (italo-austriaco), in compagnia dei genitori della Musla!
Partiamo martedì e facciamo tappa per pranzo nella sempre piacevole Lazise che ci accoglie con un meraviglioso sole e il lago agitato dal vento. Constatiamo che, nonostante tutto, i turisti, soprattutto stranieri, non mancano! Ci inoltriamo poi nella Brennero per giungere nel pomeriggio a Brunico: ne visitiamo l’animato centro cittadino che peraltro già conosciamo bene per poi rilassare la mente nel verde stupendo che circonda il nostro hotel poco fuori città: la vista si perde sui prati verdissimi attraversati da numerose piste ciclabili.
Mercoledì arriviamo a San Candido, ultima propaggine italiana prima del confine austriaco: dominato dalla famosa caserma che, ai tempi della leva obbligatoria, rappresentava una sorta di spauracchio per le nuove leve, il paese è davvero carino ed è raccolto lungo la via principale in cui non possiamo non fare un po’ di shopping! Passiamo il confine e, attraversando scenari da favola lungo la strada federale 100, giungiamo a Lienz. Capoluogo del Tirolo Orientale, ci colpisce molto per la sua bellezza e la tranquillità che si respira nel suo ampio centro pedonale… ora capiamo perché viene definita la “Perla delle Dolomiti”. Pranziamo meravigliosamente da ‘Weinphilo’, locale gestito da simpatici italiani con un trionfo di taglieri di salumi e formaggi. Il Muslo procede nella guida lungo la strada federale 108 – davvero spettacolare! – fino a portarci a Zell Am See. Qui il panorama è ancora più scenografico: un lago azzurrissimo, in cui numerose persone fanno il bagno nonostante sia indicata una temperatura dell’acqua di 22 °C, agitato dal vento e circondato da montagne dai prati di un verde smeraldo con picchi che sembra tocchino il cielo e un grazioso paesino brulicante di (fin troppi) turisti… meraviglioso! Passeggiamo abbagliati da questa bellezza e godiamo inoltre dello spettacolo a ritmo di musica dei giochi d’acqua delle fontane sul lungolago. Zell Am See è davvero un luogo che offre molto, dall’alta montagna alle passeggiate e giri in bicicletta intorno al lago!
Il giorno dopo, non senza qualche tristezza, lasciamo il nostro hotel poco lontano dal centro alla volta di Kitzbuhel che, in verità, un po’ ci delude: certo, qui si respira un’aria elegante e sofisticata che ci ricorda un po’ Courmayeur ma, anche a causa del fatto che il suo centro è un po’ un saliscendi, non riusciamo ad entrarci in sintonia anche se apprezziamo la bellezza dei palazzi di Vorderstadt e l’imponenza della Streif, famosa pista di discesa libera ben visibile dal centro città. Proseguiamo quindi lungo la 171 per giungere in quel gioiellino che è Rattemberg, città storica più piccola d’Austria, il cui centro medioevale è dominato dalle caratteristiche botteghe di vetrai. Qui pranziamo, chi con una fetta di torta chi con una zuppa, alla rinomata pasticceria ‘Hacker’. Dopo un’altra sosta sulla via per Innsbruck a Hall in Tirol, cittadina con uno dei centri storici medievali più grandi e pittoreschi d’Austria, eccoci entrare nel magico Swarovski Kristallwelten, che aveva già affascinato i Musli molti anni addietro. E’ una sorta di parco tematico con varie installazioni (sia in esterno, nei curatissimi giardini circondati dalle cime dei monti, sia in interno con stanze visionarie una diversa dall’altra) che, giocando con le proprietà dei cristalli, creano illusioni ed atmosfere magiche per il visitatore. Fuori fa abbastanza caldo e i Musli provano un iniziale refrigerio (seguito poi da brividoni!) quando entrano in una stanza che riproduce la magia della neve a -10 °C! Dopo una doverosa visita e conseguenti acquisti allo store, ci perdiamo lungamente all’interno del labirinto di siepi allestito nel parco esterno! E’ stata una giornata stancante e non ci resta che godere del panorama delle luci del tramonto sulla città di Innsbruck, dall’ottavo piano della camera del nostro hotel!
Giovedì mattina ci inoltriamo nell’elegante centro storico di Innsbruck che, sfortunatamente, è momentaneamente oggetto di un pesante progetto di ristrutturazione: non riusciamo quindi a pieno a godere della piacevolezza di passeggiare sotto i portici silenziosi e osservare i meravigliosi palazzi del centro. Dopo una veloce puntata a Bergisel per scattare qualche foto al trampolino olimpionico del salto con gli sci, imbocchiamo l’autostrada A12: siamo in anticipo rispetto alla tabella di marcia e quindi decidiamo di fermarci a caso in una località a metà strada per il pranzo. La scelta cade sul paese di Tarrenz ma soprattutto sul ‘Pepi’s Stuben’ dell’Hotel & Restaurant Zum Lamm che rimarrà uno dei ristoranti top di questa piccola vacanza; qui, infatti, gustiamo finalmente le specialità tirolesi: antipasto di speck (presentato in maniera scenografica a ricordare i panni stesi!), canederli al formaggio e agli spinaci, Schlutzkrapfen (ravioli a mezzaluna tirolesi ripieni di ricotta e spinaci) e Spätzle al formaggio (gnocchetti di forma irregolare diffusissimi in Tirolo). Davvero soddisfatti ripartiamo puntando verso sud, e attraversiamo il confine Italo-Austriaco per giungere finalmente a Curon che ci accoglie con un tempo cupo e una leggera pioggerellina. Il paese è famoso per il campanile sommerso che si staglia dalle profondità del Lago di Resia; benché molto fotogenico, questo è il risultato di una storia di sofferenza della popolazione locale che risale agli anni ’50 e che ci viene dettagliatamente raccontata dal gentile proprietario del nostro hotel. A causa della realizzazione di un lago artificiale per la produzione di energia idroelettrica, nel 1950 i nuclei antichi di Resia e Curon furono rasi al suolo per poi essere sommersi dall’acqua e solo al campanile della chiesa di Santa Caterina d’Alessandria (del XIV secolo) fu risparmiata la stessa sorte, confidando che l’umidità e le infiltrazioni avrebbe portato a termine l’opera. Il paese venne poi ricostruito sul lato orientale della valle e la popolazione venne obbligata a trasferirsi con nessun indennizzo. Il campanile, a dispetto del tempo, è ancora lì, spettrale e inquietante ed è ora un’attrazione turistica oltre a location di una recente serie tv di Netflix (ovviamente vista dai Musli!). Leggende locali (riprese dalla stessa serie tv) narrano che proprio nei mesi più freddi le campane inizino a suonare, benché siano state rimosse già dai tempi della realizzazione della diga! Per creare la giusta atmosfera i Musli si ingegnano e creano un filmato del campanile con in sottofondo i rintocchi di campane… Beh, noi ci divertiamo così! Dopo aver passeggiato intorno al lago e scattato decine di foto facciamo ritorno al nostro hotel per poi cenare al ristorante ‘Mein Dorfl’, proprio in riva al lago. Anche qui trionfo di specialità locali: pasta tipica con mascarpone, rucola e pomodoro, pasta del pastore, gulasch di bue di malga e tomini con verdure spadellate. Oggi veramente giornata top sotto il profilo culinario!
Sabato è la giornata del rientro: ci aspettano quasi trecento chilometri per tornare a casa, quasi interamente sotto una pioggia battente! Rientriamo brevemente in Austria per poi sconfinare nel Cantone dei Grigioni in Svizzera. Dovremmo percorrere la strada principale 28 fino a Davos ma, a causa della chiusura del Passo Fluela siamo costretti a sperimentare una situazione mai vissuta in precedenza: le automobili vengono fatte salire su un treno e trasportate lungo la Galleria della Vereina per una ventina di chilometri fino ai pressi di Davos… ovviamente tutto ciò è a pagamento! Non può che venirci il dubbio che sia una manovra per portare franchi nelle casse locali, mah! L’alternativa sarebbe stata andare a Sankt Moritz allungando il percorso di decine di chilometri! Dopo questa avventura, giungiamo a Davos, famosa per gli sport invernali ma soprattutto per il World Economic Forum che qui si svolge ogni anno… fa strano pensare che le personalità più potenti del pianeta si siano trovate e si ritroveranno in questo paesone in mezzo alle montagne! Percorriamo il passo del San Bernardino e ci fermiamo in questo minuscolo paese per pranzare: la ‘Chesa Veglia’ è la nostra scelta e si rivela di ottima qualità; polenta e formaggi con un bicchiere di rosso sono benedetti in questa giornata fredda e piovosa! Riprendiamo il viaggio che ci porta verso casa mentre fortunatamente il tempo migliora e dopo aver superato il ben noto confine di Ponte Tresa giungiamo a destinazione. Ci rimane negli occhi e nel cuore un viaggio estremamente ricco di paesaggi, con continui saliscendi sui monti tirolesi, con verdi valli e piccoli borghi antichi… davvero interessante e rilassante! Grazie a Laura e Gianni per la loro piacevole compagnia!