Dopo i saluti a Ed, scoperto gran tifoso del Liverpool, ci dirigiamo alla volta di Inverness. Nel percorso ci imbattiamo in Castle Leod (in realtà la mancanza di professionalità dimostrata dal Muslo nell’organizzare la tappa è stata a dir poco imbarazzante, nel senso che le indicazioni studiate in precedenza si dimostrano inesatte), presso la bellissima ed elegante località termale di Strathpeffer, dove il Muslo viene redarguito per aver invaso una proprietà privata (chissà se l’avesse fatto la Musla!). Ci dirigiamo poi verso sud per trovare un angolo dove fare la pappa e capitiamo per caso a Drumnadrochit, delizioso paesino a circa metà del Loch Ness con un ampio parco da merenda dove consumiamo il nostro pranzo; facciamo acquisti e gustiamo un buon Illy con scones all’uvetta. Dopo aver desistito dall’entrare in Castle Urquhart (troppo caos e migliaia di persone!), proseguiamo fino al termine del Loch Ness e raggiungiamo Fort Augustus, per poi risalire a nord attraverso la meno trafficata strada orientale e raggiungere, non senza qualche difficoltà, il famoso cerchio di pietra di Clava Cairns, davvero suggestivo!
Contrariamente alla nostra etica di viaggiatori rispettosi dei luoghi che visitiamo, da qui decidiamo di portare a casa una delle pietre facenti parte del Cairns… chissà se ci porterà fortuna! I due raggiungono poi il tanto decantato Culloden, area e luogo di battaglia in cui nel 1746 i Giacobiti persero la loro indipendenza legandosi all’Inghilterra. Dopo una breve puntata sul mare nel paese di Nairn, giungiamo al nostro B&B a Inverness, in zona residenziale davvero carina. Cena amarcord al ristorante ‘Bella Italia’ a base di garlic bread, pizza margherita, spaghetti alla carbonara (per il Muslo), dolci e una bella bottiglia di rosso. Inverness è strana, quasi incomprensibile e dispersiva… ma comunque cucciolosa!
Itinerario: Garve – Urquhart Castle – Loch Ness – Clava Cairns – Culloden – Inverness (Km. 217)
Pernottamento: Abermar Guest House (carino, in bella zona residenziale)