L’ultima giornata a Lanzarote inizia con tempo nuvoloso anche se la temperatura è più alta del solito; contrariamente a ciò che avevamo pianificato, decidiamo di fare il trekking alla Caldera Blanca in mattinata per poi visitare il Parco del Timanfaya nel pomeriggio. Ci portiamo quindi a Mancha Blanca, da dove diparte la sterrata che porta al parcheggio di inizio traccia. Il percorso attraversa la colata lavica che è rimasta intatta nei secoli, riservando una vista quasi lunare e monocromatica; tutto è nero e la lava ha modellato il paesaggio in maniera quasi spettrale. Procediamo fino ai piedi della Caldera che non è altro che un vulcano oramai spento e, dopo una ripida salita, raggiungiamo la cima del cratere da dove si gode un panorama fantastico sia sulla bocca del vulcano, sia sulla zona limitrofa che arriva fino al mare. Nel frattempo il sole è riuscito a fare capolino e questa selvaggia terra assume ulteriori colori tendenti all’ocra. Il percorso di conclude dopo aver camminato lungo tutta la cima del cratere (alto più di 400 metri) scendendo ancora verso la colata lavica iniziale. Ci colpisce davvero la particolarità di questa terra che esalta i colori e la vista panoramica in maniera davvero incredibile!
Arriviamo a fine trekking (9,7 km.) verso le 13.30 e ci spostiamo verso il più importante e visitato Parco Naturale spagnolo, il Timanfaya, che contiene in sé le viste più spettacolari dell’isola sulle desolate e colorate valli laviche. Purtroppo, appena entrati nel parco, ci tocca aspettare in macchina circa un’ora per poter finalmente parcheggiare, vista la quantità enorme di visitatori e la poca disponibilità di parcheggio; ecco perché avevamo pensato di visitarlo a inizio mattinata! Convinti comunque della scelta operata (meglio concentrarsi su prove fisicamente probanti al mattino per poi rilassarsi al pomeriggio!) con pazienza rimaniamo in coda per circa un’ora, approfittando di mangiare qualcosa delle nostre scorte di cibo e soprattutto ammirando lo spettacolo naturale che ci circonda. Finalmente raggiungiamo il centro visitatori e non facciamo in tempo a lasciare la macchina che immediatamente veniamo caricati sul bus che percorre la stradina panoramica e dai 14 chilometri assai tortuosi che attraversa il sito; questo è l’unico modo consentito per godere della bellezza di questo vulcano e dei suoi straordinari colori. La meraviglia che ci scorre accanto è purtroppo guastata dai soliti turisti che fotografano dal bus tutto ciò che si vede, alzandosi e facendo ovviamente un gran casino. D’altronde non è permesso avventurarsi nel parco in autonomia con la propria auto, per cui non possiamo fare altrimenti! Tornati al centro visitatori, rimaniamo infastiditi dalla calca e ressa per ogni cosa si voglia fare, dal consumare qualcosa al bar alle dimostrazioni dell’attività ancora viva del vulcano attraverso la cottura di cibi in varie ‘caldere’ attrezzate per questo. Inoltre non si ha modo di fare null’altro se non soffermarsi tra il bar/ristorante e il negozio di souvenir e questo ci rende un po’ nervosi: non è proprio il nostro habitat! Per questo poco dopo ce ne andiamo considerando che tutto sommato questa visita, così fatta, non è particolarmente significativa e non rende giustizia alla straordinarietà del posto.
Il ritorno verso Maguez è una sorta di ripercorso di ciò che abbiamo visitato nei vari giorni; infatti passiamo dalla zona de La Geria con i suoi incredibili vigneti coltivati nelle terre vulcaniche, da Teguise e da alcuni ‘mirador’ che ci regalano immagini stupende sul tramonto che si staglia al’orizzonte. In ultimo decidiamo di visitare la tomba di Manrique ad Haria (riconoscibile dall’alto cactus) quasi a voler rendere omaggio a colui che, con tutte le iniziative e costruzioni create nel tempo a Lanzarote, ha reso l’isola così incantevole, rendendo armonioso il rapporto tra l’uomo e la natura. La sua presenza è talmente palpabile in ogni angolo dell’isola che si ha la sensazione che lui sia ancora qui. Dopo i saluti al nostro padrone di casa, mestamente prepariamo le valigie e ci organizziamo per la partenza dell’indomani; unica nota positiva la cena che decidiamo di consumare alla ‘Puerta Verde’ di Haria, un ristorante molto bello e con una cucina ricercata dove, accompagnati da una buona bottiglia di rosso del Duero, apprezziamo i cibi genuini e fatti in casa quali tapas, una sorta di moussaka rivisitata in versione vegetariana e una tagliatella al pesto di ottima fattura; insomma, ci voleva qualcosa di speciale per salutare l’isola che ci ha fatto stare molto, ma molto bene!
Domani sarà una giornata di viaggio e il ricordo di Lanzarote e delle sue bellezze ci accompagnerà fino a casa dove, abbiamo saputo, ha pure nevicato… e noi a fare il bagno nell’oceano!! Che splendida vacanza..
Itinerario: Maguez – Caldera Blanca (trekking) – Timanfaya – La Geria – Haria – Maguez (Km. 98)
Traccia Trekking: