Lasciamo il nostro motel in perfetto orario, attraversando per l’ultima volta le vie residenziali alberate di Carthage che davvero ci ha fatto una buona impressione. Oggi ci aspetta una giornata quasi totalmente sulla Old Route 66 attraverso ben tre stati. Lasciamo quindi il Missouri e ci inoltriamo nel breve tratto di 66 che attraversa il Kansas. Prima sosta é il negozio Eisler Brothers Old Riverton Store a Riverton: qui compriamo la solita targa di automobile usata e un caffè da portarci via come i veri Americani dal momento che a Carthage non siamo riusciti a trovare nessun posto che ci ispirasse per fare colazione. Sembra che le catene tipo Starbucks siano presenti solo nelle grandi città e qui non esistano.
La temperatura si mantiene sopra i 30°C e il cielo, man mano che ci inoltriamo in Oklahoma, si fa sempre più minaccioso. La Route assomiglia a un nastro che attraversa le morbide e sinuose pianure dell’Oklahoma, ricco di fattorie e di allevamenti. Le pianure appaiono sterminate e ci ricordano l’ambientazione de ‘Il mago di Oz’ (anche se in realtà questo si svolge in Kansas) e anche qui ora, come nel libro, sembra imminente l’arrivo di un tornado. Proseguendo sulla 66, arriviamo a Catoosa famosa per una sorta di opera d’arte kitch a forma di balena gigante posta in un laghetto. Quindi, è la volta di Tulsa, prima vera e propria città che incontriamo dopo Saint Louis: scorgiamo i grattacieli della Downtown e una periferia che dimostra la sua vocazione industriale. Le indicazioni della nostra guida si rivelano perfette e di questo siamo orgogliosi visto che ci abbiamo lavorato per mesi!
Arriviamo quindi a Sapulpa esclusivamente per cibarci in un simpatico posticino più volte segnalato da altri viaggiatori della Route: l”Hickory House’. Questo locale ha la meravigliosa particolarità che per $ 7,45 puoi mangiare tutto quello vuoi al buffet (formula ‘all you can eat’), ricco di verdure, intingoli, creme, carni, fritture e porcate varie. Qui il Muslo trova la pace dei sensi e, mentre la Musla si occupa di scrivere queste righe e cibarsi in modo discreto, riesce a fare per ben 2 volte il bis… ne risentirà nella guida di Vanessa? Sotto il sole cocente del primo pomeriggio, riprendiamo il nostro viaggio; attraversiamo vari paesi, ognuno dei quali fa vivere con il proprio orgoglio il mito della Route66. Scattiamo foto e facciamo riprese lungo il percorso fino ad arrivare a Oklahoma City, che davvero si presenta come una vera metropoli. Continua comunque a stupire il fatto che in giro si veda poca gente e le strade siano semi deserte; passiamo accanto allo State Capitol, ci imbattiamo in varie pompe per l’estrazione del petrolio, fatto alquanto strano perché si trovano in centro città! D’altronde la ricchezza di OKC è nata proprio dal petrolio. Continuiamo poi la visita andando al National Memorial, monumento commemorativo dell’attentato del 1995, un luogo davvero suggestivo e toccante. Infine ci rechiamo alla Stockyard City che – al contrario di quanto avevamo immaginato – rappresenta in gran parte tutti i più disparati tipi di accessori per cowboys, dagli stivali al cappello, dalle fruste alle fibbie per cinture e finimenti per cavalli! In questo quadro di articoli la Musla riesce a comprare i ‘famosi’ jeans Levi’s 505 4M Straight che a Chicago (presso il Levi’s Store) non aveva trovato!! Incredibile!! L’uscita da OKC si dimostra una sorta di incubo, con il sole al tramonto negli occhi e un intrigo di strade, superstrade e bretelle da far paura; ciononostante riusciamo ad arrivare a El Reno, quando ormai il sole sta calando e si profila un mega temporale (…ci sarà anche un tornado?). La cena è da americano medio: pizza pepperoni, lasagne Red & White e, come al solito, mezzo litro di Coca Cola: il tutto consumato da ‘Mazzio’s’, tavola calda che sembra essere uscita da una puntata di Happy Days, e come sottofondo l’immancabile partita di football americano in tv.
Itinerario: Carthage (MO) – Galena (KS) – Stroud (OK) – Oklahoma City (OK) – El Reno (OK) (Km. 418)
Pernottamento: Super8 El Reno (classico motel da serial killer!)