Come ormai consuetudine, anche stamane sveglia alle prime luci dell’alba e colazione a base di cappuccino small (e menomale che è small, visto che si tratta di un bicchierone tipo Coca Cola da mezzo litro!) e muffin. Salutiamo Chicago: davvero ci rimarrà nel cuore! Prendiamo finalmente la Route 66 proprio dal suo punto d’inizio ufficiale in Adam St.. La periferia di Chicago mostra parti a volte desolate e ampi spazi aperti. Vanessa ha bisogno di cibarsi e quindi ci fermiamo a una stazione di servizio dove non ci è molto chiaro quale tipo di benzina scegliere tra le tre disponibili; per questo, interpelliamo un ‘locale’ che ci mostra il funzionamento della pompa tramite carta di credito. Nel ringraziarlo, intanto ci domanda ‘Do you believe in God?’ e poi ci dice ‘I found my path to God’: noi, un po’ intimoriti dal fanatismo religioso, assentiamo timidi e leviamo le tende!
Per giungere velocemente alla prima destinazione sulla Route percorriamo la I-55, autostrada a tre corsie che collega direttamente Chicago a St. Louis e il Muslo può immediatamente godere del cruise control di Vanessa: una diavoleria tecnologica davvero eccezionale! Il paesaggio intorno è pianeggiante e ricorda vagamente la Pianura Padana anche se qui a ogni uscita si trova un Mc Donald’s. Per nostra fortuna i segnali della Historic Route sono molto chiari qui in Illinois e quindi riusciamo a raggiungere Gardner dove vediamo il primo simbolo della vecchia Route: una pompa di benzina abbandonata.
A questo punto seguiamo il vecchio tracciato della 66 (che spesso e a sua volta vede correre parallela, oltre all’Interstate e alla ferrovia, anche il tratto più antico della Mother Road ora in disuso). Giungiamo quindi a Pontiac, famoso per il Route 66 Museum che visitiamo; qui siamo oggetto di attenzione di una vecchina che, orgogliosa del passato della sua cittadina, ci illustra i vari cimeli della Route esposti nel museo. Dopo qualche acquisto di rito, riprendiamo il tracciato della 66 fino a Lexington dove rientriamo nella I-55 perché siamo in ritardo di più di un’ora sulla nostra tabella di marcia.
L’arrivo a Saint Louis appare alquanto strano; innanzitutto ci imbattiamo in migliaia di tifosi dei Cardinals, la locale squadra di baseball, che stanno andando allo stadio. Di per sè la cosa non sembrerebbe fuori luogo, sennonché la moltitudine sembra una macchia rossa uniforme che attraversa la città, tutta omologata dalla stessa divisa rossa. La città ci appare pressoché senza vita, senza negozi o abitazioni e con una Downtown dedicata ad uffici e hotel.. l’impressione è che manchi di una sua identità se togliamo il Gateway Arch che si staglia imperioso sulla sponda del fiume Mississipi. Attanagliati dal caldo, ci imbarchiamo quindi per la nostra crociera sul fiume con cena inclusa su un classico battello fluviale: l’atmosfera è suggestiva, il cibo molto buono peccato per il rischio di assideramento da aria condizionata che a momenti mette ko la Musla (che, una volta in macchina, osa addirittura accendere il riscaldamento per la gioia del Muslo!!). La nostra proverbiale fortuna fa sì che ci imbattiamo nuovamente nell’ondata rossa in uscita dallo stadio, rendendo così il ritorno all’hotel (peraltro, ci siamo dimenticati di dire, davvero bello e confortevole) un’odissea per le vie cittadine.
Itinerario: Chicago (IL) – Springfield (IL) – St. Louis (MO) (Km. 477)
Pernottamento: Holiday Inn Express Jefferson (davvero bello e confortevole!)