Oggi è il nostro ultimo giorno in Oman e già ci si stringe il cuore a pensare di partire proprio ora che, come solitamente capita, ci sentivamo a casa… L’itinerario pianificato ci porta a est di Salalah; attraversiamo le piantagioni e i palmeti che, proprio nel cuore della città, si estendono alla sinistra di Sultan Qaboos Street; sotto le palme numerosi venditori di frutta tropicale sono già al lavoro e ci rimarranno fino a tarda sera, come abbiamo potuto notare andando a cena ieri sera. La prima mèta che raggiungiamo è il paesino di Taqah, noto per il suo castello posto in posizione panoramica ma, ahimè, desolatamente chiuso; non perdiamo molto, visto che si tratta di un edificio del diciannovesimo secolo ma, per godere del panorama, mettiamo a dura prova i nostri polpacci nel salire le centinaia di gradini che lo raggiungono… non tanto per lo sforzo muscolare quanto per il fatto che il sole è già cocente alle 9 di mattina e noi riportiamo sulla nostra pelle le conseguenze delle poche ore di ieri trascorse in spiaggia. La Musla si copre braccia e quanto riesce, ma il caldo del sole brucia anche attraverso il cotone; per lei sarà una lunga giornata tanto più che, accaldata fin dal mattino, ha optato per un vestitino corto e scollato! Il Muslo, ovviamente, non è messo meglio!
Visitiamo poi la distesa assolata – per mettere ancora il dito nella piaga! – del parco archeologico di Khor Rori, posto su una spettacolare piana alla foce del Wadi Darbat, direttamente sul mare. Girovaghiamo per i resti di quella che, nel quarto secolo avanti Cristo, era la città principale dell’area mediorientale per il commercio dell’incenso. Davvero bello e soprattutto… senza alcun turista! Risaliamo su Sequoia e ci dirigiamo verso l’interno, dove vi è la sorgente proprio di questo wadi; la zona in cui ci troviamo è caratterizzata dal khareef, particolare fenomeno meteorologico che interessa l’Oman del sud e lo Yemen orientale: avviene durante la stagione monsonica, che coincide più o meno con la stagione estiva, con venti che soffiano da sud-ovest e spingono le acque più fredde dell’Oceano Indiano verso la costa, rendendo l’aria fresca e carica di umidità. L’aria viene poi sollevata sopra le montagne del Dhofar, generando spesse nebbie e abbondanti piogge. Grazie al khareef, la vegetazione diventa verdeggiante e, quando il resto del paese boccheggia per le infuocate temperature, qui si gode della frescura, organizzando picnic… sotto la pioggia, fatto per noi inconcepibile! Il periodo viene addirittura festeggiato con il Festival di Salalah e considerato alta stagione turistica. Tornando al Wadi Darbat, è caratterizzato da verdi laghetti intorno ai quali pascolano gli immancabili cammelli, ma anche asini e mucche in libertà. Purtroppo il luogo è un po’ sporco e mostra ancora i residui dei pasti all’aperto di quest’estate!
Riprendiamo la strada per salire al belvedere del Jebel Samhan, un’area protetta sostanzialmente inaccessibile che costituisce uno degli ultimi rifugi del leopardo dell’Arabia. Nonostante vi sia un po’ di foschia, il panorama che da qui si gode è veramente spettacolare e, attraversando le pianure sottostanti, spazia fino al mare! La vegetazione è molto diversa da quella vista nei giorni scorsi: piante di yucca e rose del deserto, circondate dai soliti dromedari. Scendiamo quindi di altitudine e visitiamo la vicina Tayq Sinkhole, una scenografica voragine in mezzo al nulla che non può che ricordarci il Meteor Crater visto in Arizona… le analogie continuano! Iniziamo quindi una lunga strada di campagna e qui il panorama si fa ancora diverso: attraversiamo campi coltivati, piccoli paesi e numerose fattorie disseminate sulle dolci colline, con numerosi arbusti che caratterizzano questa zona. E’ ora di pranzo e anche oggi siamo senza provviste; senza speranza, arriviamo in un piccolo paese in cui l’edificio principale è una decadente scuola con annesso minareto e qui avviene un piccolo miracolo: vi è un negozietto in mezzo al nulla in cui riusciamo addirittura a comprare… due gelati! Li consumiamo all’ombra dell’unica pianta del paese ragionando su quanto siamo lontani dal mondo a cui siamo abituati nella nostra vita quotidiana.
Dopo pochi chilometri, giungiamo all’ultima tappa della giornata (e del viaggio!): il Wadi Dawkah – Natural Park of Frankincense Trees. Il sito è patrimonio Unesco e consta di una vasta piantagione di Boswellia sacra, la pianta da cui si ricava l’incenso; alcuni alberi sono vecchi di decine di anni, altri appena piantati. Un custode del sito ci illustra il particolare procedimento per l’estrazione dell’incenso, che non è altro che la resina della pianta che viene raccolta dopo aver decorticato i suoi rami… come sarà bello, una volta a casa, bruciare questa essenza e ricordare questo momento! Il posto è meraviglioso ma non vi è alcun negozio in cui acquistare ancora un po’ di grani di incenso da portare in Italia… rimedieremo, si spera, al Gardens Mall. Facciamo ritorno in hotel con la chiara consapevolezza che questa vacanza sta finendo; è ancora metà pomeriggio e noi siamo stanchi e bruciati dal sole. Decidiamo quindi di ritagliarci qualche ora di relax all’ombra nella meravigliosa piscina dell’hotel, la cui acqua è piacevolmente calda.
Facciamo poi gli ultimi acquisti nel souq del Gardens Mall (incenso ed incensiere compresi!) e ci concediamo un’ultima cena all’altezza della stupenda giornata trascorsa all’‘Annabi Restaurant’ di proprietà dell’hotel. Il locale è davvero stupendo e vi si respira un’atmosfera particolare; l’esterno dà sui giardini mentre l’interno è suddiviso con separè in legno in stile arabeggiante in aree private, ognuna con un basso tavolino e un comodo divano e cuscini. Ciò garantisce privacy ma anche la possibilità di intravedere cosa accade negli altri spazi. Davvero bello! Ceniamo divinamente con specialità mediorientali: hummus, mutabal, falafel e kebab. Mangiamo talmente tanto che, a fatica, riusciamo ad attraversare i giardini per ritornare all’hotel, dove ci aspetta l’ingrato compito delle valigie. Domani, infatti, a metà mattina partiremo per trascorrere, anche a causa del fuso, tutta la giornata in viaggio. Porteremo a lungo dentro di noi i profumi e la magia di questa terra che ci ha veramente stregato e in cui confidiamo di ritornare in futuro!
Itinerario: Salalah – Taqah – Khor Rori – Wadi Darbat – Jebel Samhan – Tayq Sinkhole – Wadi Dawkah (Natural Park of Frankincense Trees) – Salalah (Km. 260)
Pernottamento: Salalah Gardend Hotel