Al risveglio e ci rechiamo subito a Pioneertown, una cittadina concepita e creata come set cinematografico negli anni ’40, con la particolarità che tutti gli edifici erano utilizzati realmente e non come semplice sfondo statico; a causa della scarsità di strutture ricettive nelle vicinanze, infatti, Pioneertown ospitava gli attori che lavoravano alle produzioni cinematografiche anche per il pernottamento, in modo da evitare perdite di tempo negli spostamenti. Muoversi in questo spazio ci risulta particolarmente suggestivo, una sorta di museo a cielo aperto che talvolta accoglie rappresentazioni di eventi western; essendo mattino presto, alcuni empori sono ancora chiusi, ma sperimentiamo un tuffo nel passato passeggiando per la sabbiosa main street, fiancheggiata da alcuni edifici tuttora abitati e dai classici saloon.
La temperatura è già elevata e noi ci mettiamo in marcia verso il Joshua Tree National Park, un’area desertica dal fascino unico, a tratti surreale, con i suoi alberi somiglianti a cactus dalle forme contorte e grottesche (Yucca) e gli ammassi rocciosi che si adagiano sul terreno quasi come pietre tombali. Entrati nel parco la sorpresa è che non paghiamo il ticket d’ingresso di 30$ (nessuno ci chiede nulla) pensando poi di dover versare l’importo all’uscita; così non sarà! Subito ci troviamo di fronte numerose piante di yucca, dalle forme incredibili, una diversa dall’altra. Pare che il nome Joshua Tree gli fu dato da un gruppo di mormoni che nel 1850 intravidero nei rami contorti di queste piante le braccia di Giosuè che indicavano la terra promessa.
Prima tappa del percorso all’interno del parco è l’Hidden Valley Nature Trail; il sentiero di 1,5 km ci conduce lungo uno stretto passaggio delimitato ai lati da due giganteschi muri di roccia fino al dischiudersi di una valle aperta circondata da stupefacenti formazioni rocciose. Notiamo inoltre piante davvero particolari, diverse da quelle conosciute e scoiattolini curiosi e veloci che ci attraversano il sentiero. Mentre la temperatura continua a salire (!) ci prepariamo alla prossima tappa, la Keys View. Si tratta di una delle destinazioni più popolari del parco, un belvedere arroccato sulla cresta delle alture di San Bernardino, con una vista panoramica su tutta la Valle di Coachella. Noi arriviamo al parcheggio antistante dove un cartello ci comunica che il sentiero è chiuso per… sciami d’api!!! Rimaniamo sbalorditi (e incavolati!) e ci avviamo alla tappa successiva, ovvero Skull Rock, una formazione rocciosa a forma di teschio; trovarla è molto semplice, visto che si trova proprio a ridosso sulla strada. Riprendiamo l’escursione e raggiungiamo l’Arch Rock. Qui l’idea di fare il trekking di circa 4 km con la temperatura ormai arrivata oltre i 40 gradi ci fa davvero paura, quindi diamo un’occhiata veloce addentrandoci solamente per qualche centinaio di metri e questo basta per notare come la conformazione rocciosa sia ancora diversa e le piante cambino la loro forma, abbandonando le caratteristiche forme della Yucca per divenire più basse e cespugliose. La diversità è decisamente netta quando arriviamo al Cholla Cactus Garden, una sorprendente distesa di cactus altezza uomo. Facendo molta attenzione alle loro spine, ci addentriamo e percorriamo il sentiero di circa 400 metri e rimaniamo stupiti dalla quantità e bellezza di queste piante. Qui emerge la caratteristica desertica dello Joshua Tree Park che, infatti, si trova all’interno del deserto di Sonora, un’ampia distesa collocata a ovest del confine tra Stati Uniti d’America e Messico.
Usciamo quindi dal parco dal confine sud, dalla parte di Cottonwood Spring e ci concediamo una visita al Desert Hills Premium Outlet per fare gli ultimi acquisti e poi tornare a Palm Springs. Prima di rinchiuderci al Little Paradise, facciamo una sosta da Ralphs, un supermercato stupendo, con ogni ben di Dio e qui ci approvvigioniamo per la cenetta della sera nel nostro meraviglioso appartamento, che sarà accompagnata da una bottiglia di buon vino californiano gentilmente offerto dall’hotel. Prima ci concediamo un meritato relax in piscina, rinfrescati dai nebulizzatori sparsi in ogni dove che rendono gli oltre 45 gradi di Palm Springs più che sopportabili.
Itinerario: Palm Springs – Joshua Tree National Park – Palm Springs (Km. 245)
Pernottamento: Little Paradise Hotel