Ieri sera abbiamo assistito a una stellata impareggiabile con visione anche della Via Lattea (la prima volta nella nostra vita!) in un’area buia e silenziosa poco fuori Kayenta; grazie alla mancanza di inquinamento luminoso lo spettacolo è stato davvero mozzafiato! Come al solito, poco dopo le 8 di stamane, siamo già in viaggio verso il Canyon de Chelly. La fortuna vuole che troviamo una scorciatoia (Indian Route 59) che ci fa risparmiare molte miglia e circa un’ora sulla tabella di marcia. Inizialmente avevamo dubbi sul fermarci al Canyon de Chelly in quanto si inoltra per circa 35 kilometri con vari punti panoramici di fermata; ma l’aver anticipato i tempi ci ha convinto a visitarlo. E bene facciamo perché si dimostra uno spettacolo della natura davvero suggestivo: il canyon ha pareti molto alte e sul fondo vi sono ancora campi che un tempo venivano coltivati dai Navajo che lo popolavano nel 13mo secolo. Più ci si inoltra lungo il suo percorso (South Rim) e maggiore è la bellezza del paesaggio che si estende alla nostra vista. Ad ogni punto di osservazione si trovano alcuni discendenti Navajo che cercano di vendere il loro artigianato, a volte piuttosto di povera fattura. Suscita malinconia la loro presenza, in quanto ci ricordano sempre il loro passato di nativi americani e la loro difficile condizione di riservisti.
Usciti dal canyon, riprendiamo la 191 in direzione Sud e, subito dopo Ganado, il paesaggio cambia radicalmente: sono scomparsi i canyon e le rocce rosse del nord dell’Arizona e compaiono invece pianure cespugliose e come sempre sconfinate. Ci troviamo sempre però a ben 1.800 metri di altezza… alla faccia della pianura!! Ci fermiamo a pranzare nel primo posto che troviamo entrando a Chambers, l”Apple Dumplin Restaurant’: un locale davvero carino e originale in cui le gambe di ogni tavolo indossano stivaloni da cowboys! Continuiamo la nostra dieta di Diet Coke (Pepsi) e patatine fritte: in ogni caso, negli Stati Uniti, rispetto alla media, noi sembriamo anoressici e questo ci conforta!! Lo spirito avventuroso dei Musli, anche questa volta, li spinge a intraprendere una strada sterrata (sulle tracce della Route 66) invece che la comoda I-40. Purtroppo in questo caso il fallimento è completo nel senso che ci avventuriamo in una sterrata che costeggia da molto vicino i binari della ferrovia (proprio quelli sui quali passano quegli interminabili treni merci da 80 e più vagoni) fino ad arrivare ad un punto in cui la ‘pista’ e i binari diventano la stessa cosa e quindi ci sembra opportuno girare Vanessa e ritornare sui nostri passi a riprendere la I-40.
Entriamo quindi nel territorio del Petrified Forest National Park. Immediatamente ci rendiamo conto che il posto presenta aspetti naturalistici ancora diversi da quelli in precedenza visitati; inizialmente attraversiamo il Painted Desert che con le sue tonalità di colori tendenti al rosso e azzurro ci impressiona davvero! Proseguiamo poi lungo il percorso del parco e ad ogni curva le immagini ci lasciano senza parole… davvero una coreografia di rocce e cielo inimmaginabili, con la particolarità che alcune di queste rocce sono in realtà fossili di tronchi d’albero risalenti a milioni di anni fa che nel tempo si sono stratificati e che sono venuti alla luce mano a mano che vento e pioggia li hanno scoperti.
Il giro dura circa quattro ore ed infine, con di fronte un tramonto dalle mille sfumature di colore, ci dirigiamo verso Holbrook, ritrovando la nostra amata Route 66 e dove ci aspetta il nostro hotel. Cena messicana in un locale tipico della Route – ‘Joe & Aggie’s Cafe’ – dove abbiamo gustato le enchiladas con la solita porzione di fagioli. Il tutto molto buono!!
Itinerario: Kayenta (AZ) – Canyon de Chelly (AZ) – Petrified Forest National Park (AZ) – Holbrook (AZ) (Km. 306)
Pernottamento: Ramada Limited Holbrook (ora non più Ramada, carino)