Di buon mattino saliamo su Crazy, sempre timorosi del traffico losangelino che dilata i tempi a dismisura, in quanto alle 10.15 abbiamo appuntamento per la visita ai Paramount Studios: la distanza è di circa 15 km ma, memori dei giorni precedenti, stimiamo una forchetta di percorrenza che va da un minimo di mezzora a un massimo di due ore e più! Ovviamente, questa mattina, il traffico è sopportabile e quindi alle 9 siamo già poco lontani dalla meta finale e quindi ne approfittiamo per gironzolare intorno alle meravigliose residenze che si affacciano su Windsor Boulevard, un elegante viale di palme che corre da nord a sud incrociando Melrose Avenue fino a Beverly Boulevard. Tutto qui è silenzio, tappeti di prati erbosi che, per la loro morbidezza e il verde brillante, sembrano finti e un’infinita serie di ville sfarzose sì, ma soprattutto eleganti… non c’è zona di L.A. che non ci lasci a bocca aperta! Anche intorno agli Studios le case sono graziose, anche se più modeste.
Finalmente arriva l’ora di fare il nostro ingresso ai Paramount Studios e, prima cosa, ci aspetta la foto di rito con in mano una statuetta originale degli Oscar; quello che più ci colpisce è… il suo peso specifico! La vera e propria visita dura circa due ore, durante le quali veniamo trasportati da uno stage all’altro a bordo di una sorta di golf cart: le distanze tra i vari capannoni, infatti, sono considerevoli! Visitiamo alcuni studi di produzioni in lavorazione ancora ai giorni nostri (come la serie “Grace and Frankie”) e alcune ricostruzioni esterne di classici spaccati di città americane… nonostante càpiti di perderci qualche battuta del simpatico ragazzo californiano che ci fa da guida (un po’ per il suo marcato accento di San Francisco, un po’ perché cita programmi tv a noi sconosciuti), ci rendiamo conto di quanto lavoro stia dietro a ogni produzione di sit-com tv e di film, anche solo per la costruzione delle location. Davvero interessante! Prima del viaggio eravamo indecisi per quali studi cinematografici optare (ci sono infatti anche Universal e Warner Bros) ma, dopo la visita, concordiamo nell’affermare che è stata sicuramente la scelta giusta: nessun particolare effetto speciale né parco divertimenti, ma la realtà di quello che avviene dietro i tv show!
Riprendiamo Crazy alla volta di Santa Monica; dopo aver attraversato il traffico bestiale di Los Angeles per oltre 20 km, arriviamo al Pier con un po’ di emozione: qui, infatti, il 30 agosto 2009 finiva il nostro epico viaggio lungo la Route 66. Ci sembra quasi di chiudere un cerchio, rivedendo con più calma e meno malinconia (perché ancora tanti giorni ci aspettano sulle strade californiane!) questi luoghi davvero iconici! E’ ormai primo pomeriggio e, per tagliare i tempi, piuttosto che accomodarci ai numerosi tavolini del molo per pranzare, decidiamo di acquistare un gelatone: stranamente (!!) al Muslo va tutto bene, mentre la Musla vede, con crescente preoccupazione, il suo gigante gelato sciogliersi a grande velocità e quindi si sporca e impiastriccia le mani come mai le era capitato nemmeno da bambina… d’ora in poi solo coppette! Risaliamo su Crazy puntando a sud verso Manhattan Beach, sicuramente più tranquilla delle spiagge di Santa Monica. Nonostante cerchiamo di imboccare strade secondarie per evitare il traffico delle freeway e i numerosi semafori, a metà strada ci accorgiamo che è già passata più di un’ora… decidiamo quindi di tornare sui nostri passi ed optare per un bagno a Venice Beach, proprio vicino al suo molo. Anche qui, data la vastità della distesa di sabbia, si sta comunque molto tranquilli e quasi in solitudine; una volta in acqua, purtroppo, accade un fatto increscioso a turbare la serenità della Musla: un’onda particolarmente malefica e forte le sfila dal dito l’anello irlandese a cui è molto legata… e menomale che lo stesso amaro destino non tocca anche alla fede nuziale che porta allo stesso dito! La Musla non si dà pace e passa il resto del pomeriggio a setacciare ampi tratti dell’arenile alla ricerca di un sberluccichio di speranza… ma nulla! L’anello ha un valore economico di poco conto ma ne ha molto in termini affettivi visto che era stato acquistato a Dublino per un importante anniversario dei Musli… a questo punto il Muslo, mosso a compassione, fa il brillante e promette di riportare presto la Musla in Irlanda a ricompralo! Si avvicina il tardo pomeriggio e, immancabile, vediamo giungere dal mare la solita nebbia, anche se di proporzioni minori rispetto a Monterey e dintorni. Non ci resta quindi che ritirarci al Ramada, percorrendo velocemente la Venice Boulevard. A cena siamo intenzionati a gustarci una pizza ancora nel ristorante vegetariano di ieri sera ma veniamo attirati da un posto più alla buona – tipo Pizza Hut – che sfama la nostra voglia di pizza a poco prezzo!
Itinerario: Ramada Culver City – Paramount Studios – Santa Monica – Venice Beach – Ramada Culver City (Km. 54)
Pernottamento: Ramada by Wyndham Culver City