E’ oramai una settimana che siamo in viaggio e la stanchezza accumulata inizia a farsi sentire ma noi siamo davvero eccitati dalla prospettiva di visitare finalmente la leggendaria Samarcanda e quindi ci alziamo di buon mattino e, gambe in spalla, percorriamo la via dietro al nostro hotel per raggiungere subito il Bazar Siob, un mercato coperto simile a quello di Bukhara, molto pittoresco e come al solito ricco di spunti fotografici. Poche decine di metri separano la frenesia del mercato dalla quiete del complesso della gigantesca e bellissima Moschea di Bibi-Khanym; un tempo era tra le moschee più grandi del mondo islamico e fu ricostruita negli anni ’70 dopo essere stata devastata dal terremoto a fine ottocento. Qui siamo affascinati da un giovane intento a dipingere su tavole di legno di varie misure gli infiniti ghirigori della cupola di un’altra moschea di Samarcanda: ne siamo talmente rapiti che decidiamo di acquistare la tavola per portarci a casa un ricordo tangibile di questo posto meraviglioso!
A differenza di tutti i luoghi visitati in precedenza, notiamo che Samarcanda è per lo più collinosa; camminando ancora un po’ per le larghe strade di questa area della città, giungiamo alla sommità di una piccola collina sui cui sorge la Moschea di Hazrat-Hizr, nota per essere la più bella tra le moschee di Samarcanda. Non ci colpisce più di tanto se non per la meravigliosa vista che da qui si gode e per il fatto che, essendo venerdì, assistiamo al rituale della preghiera; inoltre presenziamo all’arrivo di una delegazione di diplomatici siriani che fa sì che tutte le strade limitrofe vengano improvvisamente bloccate, causando non poco caos.
Poco lontano vi è un cimitero (non ne avevamo praticamente visti finora!) e, per curiosità, decidiamo di entrarvi… mai decisione fu più saggia per quello che troveremo alla fine della visita! Dopo aver notato la particolarità delle lapidi – che riportano impresse serigrafate nel marmo le foto dei defunti – in fondo al cimitero entriamo, quasi senza accorgercene, in quello che per noi rimarrà uno dei luoghi del cuore di questo viaggio: Shah-i-Zinda (viale dei mausolei), spettacolare serie di mausolei turchesi ornati con alcune delle più belle opere in piastrelle smaltate del mondo musulmano. In uno di questi santuari vi è la tomba di Qusam Ibn-Abbas, cugino del profeta Maometto, che si dice abbia portato l’Islam in questa regione nel VII secolo. Rimaniamo davvero a bocca aperta per la bellezza del luogo e il cielo terso e movimentato da nuvole pannose fa da sfondo alle decine di foto che qui scattiamo. Davvero imperdibile! Ci accorgiamo inoltre che, essendo entrati da una via secondaria, non abbiamo nemmeno pagato il biglietto che, antipaticamente, è previsto solo per i turisti.
Lasciata tale magnificenza, ci inoltriamo nell’antico quartiere ebraico della città vecchia; lo facciamo attraverso una sorta di piccola porta nascosta lungo un ampio muraglione che sembra abbracciare e circoscrivere un mondo completamente diverso. Infatti leggiamo che negli ultimi anni gli urbanisti hanno ridisegnato completamente Samarcanda in modo da nascondere alla vista dei turisti le zone più vecchie e popolari della città. I percorsi di molte vie sono stati modificati e alte mura sono state erette intorno alle zone prettamente turistiche, per cui tutti i punti di collegamento tra le zone popolari e la Città Vecchia sono stati chiusi. Ma noi riusciamo a varcare uno di questi passaggi; le strade ampie fiancheggiate da moderni e curati palazzi lasciano spazio a polverose vie sterrate in cui spesso la campagna riprende il sopravvento e affianca le povere case dal tetto in lamiera, con improbabili collegamenti elettrici tra pali, case e vicoli. I viottoli sono spesso attraversati da canalizzazioni spezza-caviglie in cui viene convogliata l’acqua dalle grondaie delle case (quella per l’acqua sembra essere davvero un’ossessione qui in Uzbekistan), creando una sorta di percorso ad ostacoli in cui più di una volta la Musla inciampa! Ritorniamo nel mondo turistico da un’altra porticina (ci sentiamo un po’ come Alice nel paese delle Meraviglie) che si apre su via Toshkent, arteria pedonale principale; qui, nei piani terra delle piccole palazzine a due piani tutte molto simili tra loro, vi è qualche negozio e ristorante. Pranziamo sotto il piacevole dehor dell’’Art Cafe Norgis’: sorseggiando thé verde bollente (ormai abbiamo adottato a pieno questo costume uzbeko!), mangiamo insalata, plov e riso bollito.
Percorriamo la Toshkent fino a giungere al famosissimo Registan, piazza che un tempo era il centro commerciale della Samarcanda medievale, all’epoca del tutto occupata dai bazar. I tre maestosi edifici che la compongono sono le madrase più antiche sopravvissute fino ad oggi e la bellezza del luogo non può essere trasmessa né da parole né da foto, essendo uno dei luoghi più straordinari di tutta l’Asia centrale. La Madrasa TillaKari (‘rivestita d’oro’), completata nel 1660 ha una moschea caratterizzata da un raffinato soffitto coperto di lamine d’oro che, nonostante sia piatto, con una falsa prospettiva del disegno affusolato dà l’impressione che sia sormontato da una cupola, quella appunto riportata sul manufatto in legno da noi acquistato in mattinata. Tutte le madrase hanno all’interno dei propri cortili numerosi banchetti di pashmine e vari souvenirs e i venditori uzbeki, solitamente riservati, qui si di mostrano più espansivi contendendosi l’attenzione dei turisti. Attraversiamo di nuovo una parte della città vecchia fino ad arrivare al mausoleo dove riposa Tamerlano, un monumento che si distingue per la sua caratteristica cupola azzurra scanalata. Torniamo all’hotel percorrendo a piedi in passeggiata i giardini dietro al vialone dell’Università; vi sono molte belle fontane che purtroppo sono svuotate dall’acqua e sembrano quasi dismesse.
Dopo una breve riassettata, al tramonto riprendiamo le forze e in pochi minuti, lungo una via del quartiere popolare che circonda il nostro bell’hotel, ritorniamo al Registan per scattare foto a questo luogo mitico e meraviglioso con le luci più straordinarie che si possono vedere; questo momento vale da solo il viaggio! Ceniamo quindi al ‘Registon’, ristorante per turisti nello stradone davanti alla spianata; in realtà mangiamo piuttosto bene: manti vegetariani, patatine fritte, e una sorta di gustosissima piadina, ma con pasta molto più sottile, ripiena di formaggio, verdure e altro a seconda della scelta. La Musla ne è davvero estasiata!
Itinerario: Samarcanda
Pernottamento: Hotel Diyora