Di buon mattino salutiamo Mosca con un po’ di malinconia, anche se ci torneremo fra un paio di giorni per prendere il treno per San Pietroburgo. Ci muoviamo abbastanza agevolmente per le ampie vie della città ma rimaniamo intruppati nel traffico tentacolare in uscita per accedere all’autostrada, che altro non è una strada a scorrimento veloce, intervallata da semafori, dagli immancabili lavori e soprattutto da un numero infinito di camion e auto. Gli automobilisti russi si dimostrano alquanto indisciplinati; superano a destra e a sinistra e addirittura, in un caso, siamo testimoni di una manovra davvero ai limiti: siamo su una strada con una corsia per senso di marcia e una jeep ci supera sulla destra andando parzialmente sullo sterrato e rischiando di finire nel fosso a lato strada. Assurdo! Ci rendiamo conto che, più ci allontaniamo da Mosca, oltre al panorama cambia anche il parco auto: le fuoriserie nere lasciano posto a semplici utilitarie o addirittura cimeli del regime sovietico, come Lada e ZIL. Anche i caseggiati sono differenti: casermoni fatiscenti intervallati da casette in legno mezze storte, sebbene quasi tutte ingentilite da fini intagli sulle finestre. Un po’ in ritardo sulla tabella di marcia arriviamo a Vladimir, vero e proprio paese con un bel viale centrale alberato. Scattiamo foto a tre monumenti riconosciuti come patrimonio dell’umanità UNESCO, definiti con il nome di ‘monumenti bianchi di Vladimir e Suzdal’: la Porta d’Oro, una delle poche porte cittadine della Russia medievale ancora in piedi, l’imponente Cattedrale della Dormizione (in cima a una collinetta dalla quale si ha un bel panorama sulla campagna pianeggiante) e la Cattedrale di San Demetrio, meno d’impatto a prima vista ma con preziose decorazioni sulla facciata.
Il caldo si fa sempre più soffocante e umido ma i Musli non demordono e seguono la pianificazione della giornata: giunti a Bogoljubovo, a circa 10 chilometri da Vladimir, ammiriamo la chiesa e il suo monastero con splendide cupole a cipolla blu puffo e poi ci avventuriamo nella passeggiata di 1,5 km nei campi (e ritorno) per raggiungere la Chiesa dell’Intercessione sul Nerl’, anch’essa facente parte dei ‘monumenti bianchi di Vladimir e Suzdal’. Ovviamente scegliamo il momento meno indicato: è l’1.30, il sole è a picco, siamo senz’acqua e avremmo anche necessità di far pipì; insomma, invidiamo un po’ alcuni bambini che fanno il bagno nello specchio d’acqua stagnante e melmoso prospicente alla chiesa. Forse perché ormai abituati alle cupole a cipolla, l’edificio non ci impressiona molto se non per la sua bella posizione bucolica in mezzo alla campagna. Stanchi, accaldati e quasi disidratati pranziamo alla trattoria al di là della strada; il menù è anche in inglese e a gesti riusciamo a farci capire, ordinando un piatto di vareniki (ravioli con ripieno di patate e conditi con panna acida) per il Muslo e insalata e patatine fritte per la Musla.
Ritemprati dall’aria condizionata e dai litri d’acqua bevuti, riprendiamo il cammino e dopo una settantina di chilometri, giungiamo a Suzdal; con i suoi cinque monasteri rimasti e le numerose chiese al suo interno, sempre patrimonio UNESCO, la cittadina è tutt’oggi uno dei centri principali del turismo religioso in Russia. Vi sono belle ricostruzioni di chiese in legno e un cremlino ben conservato; il paese è carino, con casette in legno curate e una bella piazza del mercato con portici in cui prendiamo un caffè. Si scatena un forte temporale che, a causa del caldo patito finora, viene accolto con estremo entusiasmo da parte della Musla! Suzdal è quasi un paese artefatto a misura di turista che ci ricorda alcuni villaggi o addirittura parchi tematici visti in Scandinavia (su tutti Skansen a Stoccolma). Scopriamo poi che siamo nella patria del cetriolo (verdura diffusa su tutte le tavole russe) e qui infatti qualche settimana fa si è appunto svolta la sagra di questo ortaggio, che viene venduto su alcuni banchetti da anziane signore dall’aria un po’ malinconica; abbiamo comunque sempre l’impressione di trovarci fuori stagione o forse, più semplicemente, la ‘vita’ in questi luoghi si anima nei fine settimana. Poco lontano, visitiamo la bucolica chiesetta dei Santi Boris e Gleb a Kideksha: per l’ambientazione ci ricorda l’Irlanda, se non fosse per il pope che, in maniera quasi forsennata, continua a scattare foto da tutte le posizioni! Il villaggio è composto da poche case in legno sparse su strade polverose non asfaltate; più che vere e proprie case possono essere paragonate alla nostra (storta) casetta per gli attrezzi! Ve ne sono alcune in mattoni che immaginiamo essere di personaggi eminenti nel paese! Indubbiamente conosciamo una faccia della Russia alquanto diversa da quella dai grandi centri abitati, uno spaccato di realtà decisamente ai confini con la povertà.
Percorriamo altri 160 chilometri su un tratto per fortuna poco trafficato ma con un fondo stradale, come dire, un po’ da rivedere… la strada è fiancheggiata da betulle e non può che farci tornare in mente i paesaggi finlandesi e svedesi che abbiamo visitato negli scorsi anni. Attraversiamo villaggi composti unicamente da case in legno e sempre più conosciamo la vera essenza della campagna russa: quanto è lontana la sfavillante Mosca! Pur con le dovute differenze, troviamo attinenze con i paesi incontrati lungo la Route 66 negli Stati Uniti: luoghi di frontiera, avamposti di civiltà in pianure sconfinate e desolate, aspetti tipici delle grandi distese di terre…
Finalmente giungiamo a Rostov (sono già le nove di sera!) e prendiamo possesso della nostra suite in uno degli hotel migliori del paese, pagata una somma che in Italia non basterebbe per una camera di infimo ordine! Dopo l’immancabile doccia, vista l’ora, decidiamo di cenare al ristorante dell’hotel: in un ambiente elegante e ben apparecchiato scegliamo pelmeni (ravioli di carne), carne alla Stroganoff e dolce per il Muslo, vareniki e salmone per la Musla e una bottiglia di ottimo vino cileno… il tutto per a 1900 RUB (l’equivalente di 28 euro). I prezzi qui sono decisamente più bassi che a Mosca!
Itinerario: Mosca – Vladimir – Bogoljubovo – Suzdal – Rostov (Km. 422)
Pernottamento: Selivanov Hotel