Siamo a metà del nostro meraviglioso viaggio e la tappa di oggi è certamente una delle più significative. Infatti, dopo la sveglia mattutina, lasciamo Gallup e ci infiliamo nella 491; questa strada, un tempo, si chiamava 666 ed era soprannominata la ‘Devil’s Highway’ (ovverosia la strada del diavolo per il significato cristiano di queste tre cifre), caratterizzata da un elevato tasso di incidenti mortali: per questo motivo molti si convinsero che la strada era maledetta e ciò portò alla decisione di cambiarne il nome e migliorarne la sicurezza. Per quanto ci riguarda, non smentisce la sua nomea in quanto, causa lavori, rimaniamo in coda per circa mezzora. In sè la strada è spettacolare e attraversa la Riserva Navajo con scorci che ricordano i canyon del Far West. Nonostante il limite velocità fissato a 65 miglia (e che noi rispettiamo attraverso il cruise control di Vanessa!) veniamo sorprendentemente superati da camion giganti e sbuffanti che vagamente ci ricordano il film ‘Duel’; ci stupiamo di quanto siano spericolati a differenza degli automobilisti americani che, bisogna dirlo, sono molto rispettosi delle regole della strada. In un tratto desertico attraversiamo il confine di stato ed entriamo in Colorado! E’ una terra che subito ci conquista per la bellezza delle sue rocce (simili a quelle che si trovano nella Monument Valley) e poi, giunti a Cortez, per un generale cambiamento dello stile di vita. Siamo passati dalle baracche e dalla povertà del New Mexico (in particolare nelle riserve indiane) ad una cittadina dove si percepisce il benessere, la vitalità delle attività commerciali e dove il territorio è ricco di acqua e quindi di coltivazioni e verdi prati. Siamo comunque sempre a circa 2.000 metri!! Il Days Inn che ci ospita è carino e confortevole, quasi ai livelli del motel di Saint Louis.
Dopo aver pranzato da ‘Blondie’s’ sulla Main St. (ottima cucina ma tempi biblici d’attesa) ci dirigiamo finalmente verso il Mesa Verde National Park; si tratta di un antico insediamento del popolo indio degli Anasazi che scavarono le loro case nelle ripide pareti rocciose della Mesa e che qui vissero fino al 1300 d.C. quando scomparvero misteriosamente. Prendiamo parte a una escursione al Cliff Palace guidata da un ranger del parco (vedi foto!) che ci illustra la singolare struttura delle case e il modo di vivere di questo antico popolo (quanto avrà capito, secondo voi, il Muslo? La Musla mette premurosamente a disposizione il servizio di interpretariato). Dopo aver salutato i nostri compagni di escursione – un simpatico omone della Georgia (più volte poi incrociato in altri siti del parco) e una coppia di fanatici religiosi texani – proseguiamo il percorso di visita nei vari punti panoramici (con viste davvero mozzafiato) fino a raggiungere, con una passeggiata a piedi, la Spruce Tree House, un altro insediamento dalla posizione spettacolare. Tutto questo, però, è circondato da un panorama reso quasi spettrale da un recente incendio (2002) che ha completamente devastato buona parte della vegetazione del parco… davvero una visione che rattrista e turba l’animo.
Al tramonto rientriamo a Cortez e, ancora Ana-sazi (capita la battuta?!) del pasto abbondante del mezzogiorno, decidiamo di andare da ‘Dry Dock’ (un posto davvero carino) per concederci unicamente un dessert e degustare un buon calice di vino californiano, per la precisione un Pinot Nero. Per fortuna stasera, a differenza di ieri, non incontriamo il check point della Polizia che potrebbe imbarazzare seriamente il guidatore, comunque perfettamente sobrio (mah…).
Itinerario: Gallup (NM) – Cortez (CO) – Mesa Verde National Park (CO) – Cortez (CO) (Km. 220)
Pernottamento: Days Inn Cortez (carino e confortevole)